“Le persone sono
disturbate non dalle cose,
ma
dall’interpretazione che essi ne danno”Epiteto
Nel post precedente abbiamo
parlato di del SAR (Sistema di Attivazione
Reticolare), una parte del nostro cervello che ci permette
di fare
attenzione alle cose che abbiamo deciso essere più importanti per noi.
Tutte le informazioni che riceviamo dai nostri sensi vengono filtrate per
evitare che si verifichi un sovraccarico. Questo processo è inconscio, quindi
ne rimaniamo influenzati senza rendercene conto. I filtri che noi usiamo,
secondo la PNL sono: generalizzazioni, cancellazioni,
distorsioni.
Il
processo di generalizzazione
consiste nel trarre conseguenze generali sulla base di alcune esperienze (Tutti
gli alunni con famiglie difficili sono a rischio di dispersione, Riccardo ha
una famiglia difficile dunque è a rischio di dispersione).
La cancellazione è il processo con cui una
persona seleziona solamente alcune dimensioni dell’esperienza, escludendone
altre dal campo d’attenzione, in questo modo l’informazione che rimane è più
coerente con le proprie convinzioni (Si sa che Riccardo è un ragazzo difficile –
manca il soggetto, chi lo sa?)
La distorsione è il processo con
cui una persona opera cambiamenti o variazioni nella sua esperienza dei dati
sensoriali. Le distorsioni spesso servono per conformare le esperienze a nostre
aspettative o a generalizzazioni così da convalidare queste ultime (È chiaro
che Riccardo ce l’ha con me perché disturba sempre durante la mia lezione)
Ad influenzare il nostro
pensiero arrivano anche convinzioni o credenze.
Le
convinzioni, insieme ai nostri valori, sono una componente chiave della nostra
struttura profonda e influenzano il nostro focus interno.
L’esercizio che vi abbiamo
proposto in formazione si chiama “ritratti” e consiste nel fare un
ritratto dei vostri alunni. Ma cosa significa e a cosa serve fare ritratti?
Realizzare ritratti significa accrescere
la capacità dell’insegnante di comprendere le singole adolescenze che incontra
e di aggiornare costantemente le risposte alle domande “chi è?” la persona che
ho di fronte, di quel storia evolutiva i suoi comportamenti sono indizio, che
cosa so di lui/lei? (AA.VV. (1999) L’abbandono scolastico. Aspetti culturali,
cognitivi, affettivi. Raffaello Cortina Editore)
Attraverso la narrazione organizziamo
il nostro mondo interno, diamo voce alle nostre convinzioni, apriamo una
finestra sui nostri schemi di riferimento, sulle nostre rappresentazioni
interne, su cosa è normalità e cosa è anormalità. Rileviamo i nostri criteri di
valutazione, i valori e le credenze di cui siamo portatori…. E con un po’ di
aiuto possiamo vedere i filtri che adottiamo.
Iniziamo dunque con i
ritratti, potete farli di tutti i vostri alunni, oppure potete scegliere tre
alunni della vostra classe in base ad un criterio unico (motivazione, famiglia,
apprendimento, comportamento…) e rispetto alla categoria scegliere l’alunno più
problematico, il meno problematico, e uno neutro.
Come fare il ritratto?
Nella descrizione tenete conto
di
- chi è
- come si chiama
- aspetto fisico,
- abbigliamento
- il carattere: risorse e fragilità
- il temperamento,
- i suoi interessi
- quali sentimenti suscita.
download esempio ritratti 1 ritratti2
Buon Lavoro
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